Se hai recentemente svolto un esame audiometrico, ma non hai ancora compreso i suoi risultati, sei nel posto giusto!
In questa guida, ti forniremo dettagliate indicazioni per leggere correttamente un esame audiometrico tonale, aiutandoti a comprendere al meglio la tua salute uditiva.
Cos’è l’esame audiometrico?
L’esame audiometrico tonale è un esame fondamentale per valutare la tua capacità uditiva, viene svolto attraverso un audiometro. Questo test rileva la soglia di minima udibilità per varie frequenze sonore, fornendo informazioni cruciali sul tuo udito.
Può essere svolto per <<via Aerea>> utilizzando delle cuffie, oppure, per <<via Ossea>> utilizzato un vibratore osseo posto dietro l’orecchio (Mastoide).
Cosa indaga l’esame audiometrico?
L’esame audiometrico tonale ricerca la soglia di minima udibilità; per tanto, per ogni frequenza udibile, si ricerca la soglia minima che il paziente è in grado di ascoltare.
Come leggere un esame audiometrico
I simboli
Una corretta interpretazione dell’esame audiometrico richiede la comprensione dei simboli e delle indicazioni visive presenti nei risultati.
Un primo tratto distintivo sono i colori; tutto ciò che viene riportato in rosso fa riferimento al lato destro; mentre il blu al sinistro.
La via Aerea per l’orecchio destro viene rappresentato da “Cerchi” rossi o “Triangoli” quando mascherato (per mascherato si intende che l’orecchio sinistro è stato “mascherato” – distratto da un rumore di sottofondo).
La via Aerea per l’orecchio sinistro viene rappresentato da “X” blu o “Quadrati” quando mascherato (per mascherato si intende che l’orecchio destro è stato “mascherato” – distratto da un rumore di sottofondo).
Di seguito, ti propongo una leggenda per comprendere tutti i vari simboli che potreste trovare rappresentati nel vostro esame.
Quali sono i valori del Normo-Udente
Come visibile nell’immagine, che rappresenta l’esame di un normo-udente, tutti i valori di riferimento sono al di sopra la soglia di 20 dB.
Classificazione una diminuzione uditiva
Nel caso in cui, l’esame presenti dei valori inferiori a quelli indicati precedentemente come riferimento, ci troveremmo di fronte ad una probabile diminuzione uditiva, detta <<ipoacusia>>.
L’ipoacusia può essere classificata come trasmissiva, neurosensoriale o mista, in base alla sua causa scatenante. Ogni tipo di ipoacusia, presenta tratti distintivi nei risultati dell’esame audiometrico, offrendo un’indicazione preziosa per una diagnosi accurata.
In particolare, la gravità viene classificata, in base al tracciato, in:
- Lieve
- Leggera
- Moderata
- Moderata – Grave
- Grave
- Profonda
In conclusione, interpretare correttamente un esame audiometrico è fondamentale per monitorare e gestire la tua salute uditiva.
Speriamo che questa guida ti abbia fornito le informazioni base necessarie per comprendere meglio i risultati del tuo esame.
Se hai bisogno di un aiuto per leggere un esame audiometrico o di una consulenza più approfondita sulla tua situazione uditiva, non esitare a contattare il nostro numero verde.
Gravità Ipoacusia
Nell’immagine sottostante è possibile visionare come la gravità delle ipoacusie corrisponda ad una zona sempre più bassa dell’esame.
Questa spiegazione non ha intenzione di sostituire una diagnosi di uno specialista e l’esame audiometrico non rappresenta l’unica informazione per la diagnosi di ipoacusia e la sua classificazione; tuttavia, ci fornisce una linea guida sulla possibile causa dell’ipoacusia.
Per completezza, di seguito troverai i vari tracciati come esempio per i tre tipi di ipoacusia.
Trasmissiva
L’ipoacusia di natura trasmissiva è causata da una difficoltà del suono ad arrivare all’organo deputato alla percezione dei suoni.
Trovi l’articolo completo qui.
Graficamente, si presenta con una differenza tra la via ossea e la via aerea.
Neurosensoriale
L’ipoacusia di natura neurosensoriale è causata da una difficoltà all’organo deputato alla percezione dei suoni.
Trovi l’articolo completo qui.
Graficamente, sia la via ossea che la via aerea hanno valori molto simili.
Mista
L’ipoacusia di natura mista è causata da una difficoltà del suono ad arrivare all’organo deputato alla percezione dei suoni, ma anche un deficit da parte della coclea.
Graficamente c’è una differenza tra le due vie, ma la via ossea risulta comunque più bassa rispetto a quella del normo-udente.